La fragile bellezza ambiente e arte fra umanesimo e scienza

La fragile bellezza,ambiente e arte fra umanesimo e scienza, è il  titolo del 10°  meeting internazionale  di Nostra Madre Terra per il 2014 è un incontro che da dieci anni viene organizzato dai Frati del Sacro Convento e dalla CEU ad Assisi. Un appuntamento scortato dalla figura di san Francesco e teso a discutere il tema dell’ecologia senza disgiungerlo dall’uomo e dalle sue attività. Un appuntamento fisso per la  pattuglia regionale dell’Umbria sul Creato che ha voluto anche quest’anno partecipare con i propri rappresentanti  per fare strada insieme alla Chiesa  su di una traccia  che è una riflessione sull’opera di Dio e sulle meraviglie artistiche create dall’ uomo, strettamente intrecciate tra loro dall’unica “sapienza che viene dall’alto”  Chiamati a dibattere il tema e coordinati da moderatori come Francesco Giorgino, Franca Giansoldati, Roberto Olla, Lucia Annunziata  e Paolo Rodari,si sono confrontati nelle sei sessioni con cui è stato suddiviso l’incontro nei giorni del 17 e 18 settembre: storici,filosofi,politici e uomini della Chiesa. Costretti dallo spazio riportiamo, alcuni passi  i più significanti del loro pensiero, anche se dispiaciuti di non poter fare una cronaca più ampia per quanto ascoltato.Una cronaca che vede dar avvio all’incontro Padre Mauro Gambetti custode del Sacro Convento di Assisi, che ha indicato “nell’Ambiente e nell’arte  una risorsa che nella loro fragilità   generano sentimenti per pensare e vivere nel miglior modo il mondo e la propria umanità e che il patrimonio artistico è spesso mal custodito o poco valorizzato,fragile e poco produttivo”.Ed ha continuato rilevando che “la fragilità fa parte della condizione umana e non è un difetto,ma una risorsa e questo ci aiuta a combattere le tante miserie”.E’ poi intervenuto per i saluti iniziali mons.Domenico Sorrentino,Vescovo di Assisi affermando che  “Senza bellezza non si può vivere” e ha invitato”alla conversione alla bellezza attraverso la capacità, la volontà e lo sforzo di aprirsi, perché Dio possa rivelarsi attraverso le sue creature, come è stato per Francesco” ed ha concluso, con la necessità “di  metterci  in grado di cantare la sua bellezza e di custodirla per quanto merita, perché senza essa non si può vivere”. E’ poi proseguito un interessante dibattito, mai sicuramente monotono,  che ha visto intervenire Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia che insieme a Giuseppe Scarascia Mugnozza, recentemente insignito del prestigioso IUFRO Scientific Achievement Award e Enrico Garaci della Accademia Nazionale delle Scienze hanno parlato su Ambiente tra umanesimo e scienza.La sessione successiva  ha visto intervenire  Ernesto Galli della Loggia storico ed editorialista che con il presidente del FAI Andrea Caradini hanno risposto alla domanda “Che ne è del bel Paese” ed entrambi hanno denunciata la difficoltà di poter ancora oggi ritrovare il Bel Paese;“Ma quale bel paese”. ha quasi gridato Ernesto Galli della Loggia che ha proseguito con:“l’idea del bel Paese si è appassita. Nell’intera vicenda italiana manca il tratto conservatore. L’Italia non ha avuto culture conservatrici. I partiti hanno assestato un colpo mortale al bel paese per i propri interessi politici. La volontà popolare non ha avuto molto a cuore la salvaguardia del patrimonio nazionale. Non possiamo presentarci che con un rimorso delle nostre insufficienze sperando che le generazioni future che vivono la crisi della modernità sappiano fare meglio di noi”.Forte è anche la denuncia del presidente del FAI che ricordando “L’articolo 9 della costituzione italiana, che parla di promozione e sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e della tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della nazione, è stato disatteso”; insomma considerazioni che confermano lo stato di disagio e malessere che ci colpisce oggi nel vedere come abbiamo trattato questa risorsa fondamentale che è il nostro “oro nero”.Non meno  negativa la dotta disquisizione su la Città-periferia del filosofo Massimo Cacciari che ha denunciato “le radicali trasformazioni che le nostre città, i nostri territori, conoscono e che non hanno paragone nella storia conosciuta dell’uomo; continuiamo a parlare di città ma oggi non è questo il termine di riferimento, città è del tutto obsoleto, dovremo parlare al di fuori delle metriche spaziali, dovremo usare il termine di cosmopoli,grandi territori  urbanizzati in cui non ha senso discutere tra centro e periferia, la logica che li fa funzionare è una logica globale mondiale sono dei gangli, snodi di una rete globale, non sono più connessi al quel territorio. La metropoli della mente  non  è  territorializzabile non ‘è più un luogo fisico e questo crea inquietudine insicurezza si vive in città sradicate dove si crea un processo di vuoto fisico che sconquassa la mente, la perdita del luogo crea  il non aver luogo il non essere e  produce il malessere”.Non meno allarmistiche  dalle considerazioni degli altri quelle del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che ha dichiarato:”Noi risolveremo il problema dell’ambiente quando capiremo che non è solo un problema economico,ma soprattutto etico e morale.Questa giornata ci dà l’occasione per fare un ragionamento prospettico e non solo sull’emergenza. Stiamo parlando della salvaguardia del pianeta e della continuazione della specie umana – ha concluso il ministro – e se non poniamo attenzione all’ambiente, se non lo consideriamo prioritario, non ci sarà futuro per noi e per i nostri figli”. Alla sessione successiva  “Salvare la bellezza è intervenuto Vittorio Sgarbi:”Il paesaggio dell’Italia è sacro. La bellezza salverà il mondo. San Francesco è la più completa imitazione di Cristo”; poi Lucia Annunziata: “San Francesco è una grande bellezza. Basti pensare a tutto quello che ha lasciato dietro come il Sacro Convento di Assisi e la sua estrema semplicità di vita” ed infine nuovamente  mons. Domenico Sorrentino, questa volta in veste i relatore : “Salvare la bellezza è convertirsi alla bellezza, e non è la cosa più scontata. Se vogliamo salvare la bellezza dell’arte, dell’ambiente e del creato è necessario riappropriarsi del bello della persona umana, di questo  irradiarsi di Dio nell’uomo che diventa specchio della Sua bellezza” La conclusione dopo aver lasciato il Salone Papale  ha visto come nuova location lo spazio davanti alla Chiesa Superiore ed è stata  affidata a Mons. Víctor Manuel Fernández, Rettore della pontificia Università cattolica argentina, sul tema “La bellezza del creato” e al Cardinale Gualtiero Bassetti. «Bisogna fermarsi di fronte ad ogni creatura di questo mondo, imparare a lasciare da parte la fretta e guardare con amore ogni cosa che esiste, che è un messaggio di Dio per noi». A dirlo è stato mons. Fernández, che si è soffermato sul concetto della tutela del Creato mentre il Cardinale Gualtiero Bassetti ha concluso dicendo che “il mondo è retto da leggi fisiche e biologiche perfettamente armonizzate tra loro, la cui continua scoperta non solo ci sorprende e ci stupisce ogni volta di più, ma ci rafforza nell’idea che non siamo frutto del “caso”, di una banale, per quanto grandiosa, combinazione di atomi, ma siamo usciti da una mente razionale e sapiente, come tutta la nostra tradizione biblica ci insegna».Un ultimo pensiero è quello espresso dalla pattuglia regionale e fatto proprio da tutto il MASCI Umbro è indispensabile una “conversione ambientale”che sappia frenare lo scempio e recuperare spazi e bellezze che rischiano di andare perdute per sempre, il creato è un dono di Dio che dobbiamo curare ed utilizzare a beneficio di tutti.